Ipnosi Ericksoniana

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Ipnosi Ericksoniana: uno strumento utile per la risoluzione di molte problematiche psicologiche.

L’ipnosi è di per sé un argomento affascinante e che incuriosisce. Molti sono i miti e le leggende che nel tempo si sono diffusi a riguardo, pertanto è necessario fare un po’ di chiarezza e dare informazioni precise.

Cos’è l’ipnosi?

Non è facile descrivere a parole cos’è l’ipnosi perché dovremmo partire dalla descrizione di un’esperienza soggettiva e come tale, come per l’amore, è difficile ottenerne una definizione unica e condivisa.

Nonostante ciò, proverò a spiegarti cosa si intende con ipnosi in ambito clinico, e nello specifico, cosa si intende per ipnosi Ericksoniana:

si tratta di uno stato naturale della coscienza che emerge all’interno di una relazione terapeutica, liberamente scelta, tra due individui, soggetto e psicoterapeuta.

L’ipnosi può essere considerata uno strumento che permette alla persona di ritrovare e riattivare tutte quelle risorse e capacità, che non pensava di possedere o che riteneva di aver perso, in modo da ricostruire una condizione di benessere e di equilibrio.

Cosa accade durante l’ipnosi?

La parola ipnosi (ipnos = sonno) può trarre in inganno: infatti, nonostante l’etimologia, l’ipnosi non corrisponde al sonno. Molti studi hanno dimostrato che si tratta di uno stato di coscienza diverso sia dal sonno che dalla veglia e per alcuni aspetti simile alla meditazione.

Non si tratta nemmeno di magia o parapsicolgia (tanto per essere chiari!).

Nello specifico, la persona, guidata dal terapeuta, concentra intensamente la propria attenzione su uno stimolo specifico (parole, sensazioni fisiche, immagini, suoni, qualità tattili, ricordi, ecc.), escludendo in maniera totale, o quasi, gli altri stimoli.

Durante questo stato di attenzione focalizzata la persona può formulare nuove associazioni di idee, diverse soluzioni e trovare risorse per affrontare le sue problematiche, superando eventuali blocchi e uscendo dagli schemi di pensiero abituali.

Spesso, infatti, quando siamo “dentro” il problema non vediamo nessuna via d’uscita.

L’ipnosi, ti permette di uscire dall’abituale esperienza di “te stesso con il problema” e ti consente di valutare altri punti di vista, di sperimentare stati emotivi diversi, mettere in atto nuove e più funzionali modalità di pensiero per affrontare la situazione per te problematica.

L’ipnosi di per sé non cura niente. È ciò che accade nello stato ipnotico che ha un potenziale terapeutico. Michael D. Yapko

È importante sottolineare che in ogni momento la persona in ipnosi è in grado di decidere se proseguire o terminare l’esperienza e non c’è modo di costringere qualcuno a fare qualcosa che non desidera!

È veramente efficace?

Negli ultimi anni sono state condotte molte ricerche sull’argomento e vi sono crescenti dimostrazioni del fatto che quando l’ipnosi è parte della terapia, generalmente ne aumenta l’efficacia.

È difficile stabilire se è l’ipnosi in sé che funziona, o se è il percorso psicologico, di cui l’ipnosi è una parte, ad essere efficace.

In generale, tuttavia, possiamo dire che l’ipnosi contribuisce a migliorare i risultati della psicoterapia.

In quali ambiti si usa?

L’ipnosi è utilizzata con successo in molti campi, in particolare in:

  • medicina, nella gestione del dolore, sia cronico che acuto, e per affrontare adeguatamente lo stress collegato a patologie organiche;
  • odontoiatria, per aiutare il paziente a ridurre l’ansia e gestire il dolore;
  • apprendimento, per potenziare la concentrazione e ridurre l’ansia;
  • sport, per migliorare il controllo fisico e la concentrazione mentale;
  • psicoterapia, per migliorare i sintomi e modificare modalità cognitive, relazionali e comportamentali disfunzionali (es. ansia, disturbo post traumatico da stress, depressione, fobie, disturbi dissociativi, ecc).

Cosa si intende con Ipnosi Ericksoniana?

Nella visione antica dell’ipnosi, ciò che accadeva era dovuto alle capacità dell’ipnotista che interveniva sul soggetto attraverso specifiche formule e rituali. La persona era considerata passiva e riceveva le suggestioni che il terapeuta riteneva più opportune.

Milton H. Erickson, invece, ha drasticamente cambiato la pratica dell’ipnosi clinica. Da un approccio ritualistico e direttivo si è arrivati a una modalità di ipnosi interattiva: ciò che accade è l’esito di una interazione specifica e significativa tra terapeuta e cliente.

Il terapeuta deve calibrare il proprio intervento in modo personalizzato per ciascun paziente e le sue esigenze e dunque deve costruire una relazione dove vi è un continuo scambio. In questa prospettiva, l’ipnosi è considerata il risultato naturale di una relazione significativa, dove non è più il “tecnico” ad avere potere decisionale su cosa è meglio fare, ma la persona collabora attivamente per prendersi cura di sé e agire per il proprio benessere.

Tutti possiamo essere ipnotizzati?

Rispetto a questo quesito, la ricerca conferma che in teoria quasi tutti possono essere ipnotizzati, direttamente o indirettamente. In pratica, esiste una grande variabilità che spazia da persone con livelli bassi di ipnotizzabilità ad alti, fino a soggetti “virtuosi” altamente ipnotizzabili.

L’ipnotizzabilità viene misurata attraverso dei test in cui viene richiesto al soggetto di rispondere a diversi compiti ipnotici.

Tuttavia questa è un’ottica limitata, concepita per rispondere alle esigenze della ricerca con programmi standardizzati, replicabili su più soggetti e da diversi esaminatori.

Per Erickson, invece, “chiunque sia in grado di avere rapporti sociali può essere ipnotizzato”. Secondo questa concezione, l’ipnosi è uno stato di coscienza amplificata in cui la persona può accedere a risorse psicologiche e potenziali fisiologici precedentemente non riconosciuti. Tutti siamo in grado di sperimentare questo particolare stato di coscienza, come tutti siamo in grado di provare l’amore, la rabbia, la paura e il dolore. Certo, ognuno sperimenta e risponde ai propri sentimenti in modo differente sia a livello personale che interpersonale, ciò non toglie che ognuno possa farne esperienza.

Come integro l’ipnosi nel mio lavoro?

Nella pratica clinica, propongo l’utilizzo dell’ipnosi per affrontare diverse problematiche psicologiche. Ad esempio, per aumentare l’autostima, gestire l’ansia, per migliorare la gestione dello stress, modificare stati emotivi negativi o disfunzionali, ecc.

Per saperne di più contattami e richiedi una consulenza.


Dr.ssa Tatiana Sieve
Psicologa Psicoterapeuta
a Padova e Piove di Sacco

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Dr.ssa Tatiana Sieve

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Iscritta all'Ordine degli Psicologi della regione Veneto n. 7948

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